Luca Flammia, Incessante incespicare

Con ali d’ipotesi ascendo
In un etere d’acciaio:
Eccomi marmo di tenebra,
E poi liquida iride acuta,
Scintilla quasi sperduta,
Scia di bianco errabondo.

La milza lancina,
Trafigge, e vomita forme,
Dense e rare, cerebrali
Gusci di povertà barocca.

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Persevera lo stillicidio d’aspetti.
Sagome di concetti nell’incanto
Che inconcepiti nascono,
Morenti, in un baleno infranto.

Poi, con braccia sicure,
Vago tra l’armature
D’un incessante incespicare.
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