L’imprenditore – Come sono contento
* Fu il motore sputtering a Cominciare: la selva di luminare, Il tentacolo ovunque del metallo Fanalato. …Che dire? Se qualcosa Si può, è lecito, dire. Per ora Un brancolare, un arraffìo, Un annasposo andare. Intanto, allo stradone: il Fulmine nero quadrizampa! Coast-to-coast, via, scappato. Ne resta muto il centro Veterinario.
Azalea
* Un caldo che incolla a terra. E La razza di noi non è mai stata così Letterale. Per noi divelti Dallo sterco del lusso, dell'opulo. Sconquasso, per chi si è fatto Senza musica, senza un La. Paura, La cara vecchia, the same old Fears, nel nostro acquario. Un’azalea, si alza? Che sia dalla tovaglia, Dal copridivano, dal libro di botanica Casalinga, o la lucerna del lampadario. Rimane di trovarla qui, a terra.
L’aia
* Se i tetti hanno profili Zigrinati, dietro scorre un tappeto Di quelli dei bambini e Reale, il caos ti mangia: Ti lascia denutrita accartocciata In un angolo, come in un nodo. Sei masticata e t’elettrizza, Nel bagno di terrore, l’idea Di non essere terrorizzata. Tutto gira, ti tambura nel petto Il silenzio e tu ti rifugi. Sei L’auriga, i destrieri ti scappano. Come sia possibile ti chiedi Abbattere il temibile mal di schiena, Potenziare la postura, la mascella. Non sparire: stagliarsi Nel vento. E via, con l’afa, nell’aia Lo sgambettìo, lo sguardìo Di tutti, di sempre…
La burla
* Alla fine era uno scherzo Le meccaniche del cuore I cassetti, le robiere Era tutto in un trucchetto, Se c’è un marmocchio, il grillo, Geppetto… alla fine Non serviva quel gran tomo Né la barba, né l’omo! Quello Che volevi era il bambino. Con la penna fa un solícchio, Una storia con i piedi, con La polvere le cose, le stuoie, L’aióle. Era questo che cercavi: Te stessa, più sbadata, più fessa Ma col sorriso roboante, col Pianto cristallino, il più assoluto Tuo baccano, e l’azzurro tuo Piccìno. Lá fuori, l’orda nella baraonda. Nelle cravatte le valigie e nei bigi Loro musi… si pensano Cresciuti, gl’illusi.
Voyage a l’Ile
* Faceva un giorno di perla, Quel giorno. Non stava un cane, sull’isola e Camminavi da fata, come Chi porta notizie già note. Poi, mi entrasti il tackle In spiaggia: l’inganno. Ti sei scordata i limoni. Tocca tornare alla Standa Di nuovo.
