José de Espronceda, A XXX, a cui dedico queste poesie

Appassiti ormai i giovanili fiori,
velato il sol della speranza mia,
le ore conto, e la mia agonia
crescono, e le mie ansie e i dolori.

Terso cristallo, di ricchi colori
tinge allegra la mia fantasia
quando la dura realtà oscura
macchia il cristallo e ne appanna i fulgori.

Gli occhi volgo con incessante affanno
e gira intorno indifferente il mondo
e intorno gira indifferente il cielo.

A te i lamenti del mio male intenso,
o bella sventurata, io mando.
I versi miei son l’alma tua e mia.

Traduzione collettiva a cura degli studenti del corso di Letteratura Spagnola III (anno accademico 2024-2025), tenuto dalla professoressa Daniela Pierucci. Il brano è tratto dal volume Poesías (1840).

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