Con ali d’ipotesi ascendo In un etere d’acciaio: Eccomi marmo di tenebra, E poi liquida iride acuta, Scintilla quasi sperduta, Scia di bianco errabondo. La milza lancina, Trafigge, e vomita forme, Dense e rare, cerebrali Gusci di povertà barocca. - Persevera lo stillicidio d’aspetti. Sagome di concetti nell’incanto Che inconcepiti nascono, Morenti, in un baleno infranto. Poi, con braccia sicure, Vago tra l’armature D’un incessante incespicare.